La nostra passione maniacale per spigole e orate spiega la crescita del settore dell’acquacoltura (+4%, dati Ismea 2008), mentre in mare continua il calo delle catture (-6%). Non è un problema solo italiano, il rapporto Fao Sofia 2008 conferma un aumento della produzione ittica dovuto all’acquacoltura, ormai questa è la provenienza di metà del pesce che consumiamo. La domanda non è più “pescato o allevato” ma “allevato come e dove. Adesso si gioca la partita del bio e del sostenibile. Conta la composizione dei mangimi, gli integratori, la densità dei pesci negli impianti e il tipo di acque. E conta parecchio l’origine, i prodotti di importazione si sono rivelati a rischio: in gamberi allevati in Indonesia, Vietnam, Cina e America Latina sono state trovate tracce di antibiotici veterinari che lì si possono usare mentre l’Europa li vieta da anni.
Dunque dovremmo cominciare a comprare pesci un po’ meno conosciuti del nostro mare, evitando sia il novellame che i pesci di grosse dimensioni, come tonno o pesce spada, perché le loro carni contengono potenzialmente metalli pesanti. Per alcune specie siamo già a livello di guardia, e non ci sono alternative, se non allentare la pressione di pesca e creare periodi di ripopolamento ad hoc. Un esempio su tutti il caso del nostro tonno rosso: da quando è nata la moda del sushi la richiesta è aumentata di botto. Il risultato è che non ne se trova più e che viene sostituito a volte subdolamente con specie meno pregiate, come il tonno obeso o pinne gialle: e allora, perché non ripiegare su tonnetti, tombarelli o sgombri?
Farmed Fish (Engl)
The demand for seafood has grown significantly over the last several decades and 30% percent of the world's seafood is now farmed. That can be good or bad depending on the species, and how and where it's raised.
Aquaculture usually does not ease pressure on declining wild populations. Often, it does the opposite. Most fish need to eat other fish so catching wild fish to turn into pellet feed for farmed fish means there are fewer in the wild to serve as prey for the wild ones that are left. Farming carnivorous fish like salmon depletes wild stocks of other species—on average, every pound of farmed salmon consumes three pounds of wild-caught fish, and it takes an estimated two to five pounds of fish to raise one pound of farmed brown shrimp.
Shrimp farming is one of the most destructive forms of aquaculture. In Latin America and Southeast Asia, coastal wetlands and mangrove forests have been destroyed to make room for shrimp farms. These coastal wetlands and mangroves are a natural nursery for many varieties of marine life and provide protection from hurricanes and other natural disasters.
Tonnellate di pesce, ogni giorno, vengono sprecate, letteralmente buttate via, perché i consumatori non le conoscono e non le richiedono. Pesci buoni, anzi ottimi, con proteine certamente più preziose rispetto a quelli d’allevamento, non vengono consumati perché hanno le spine e nessuno ha voglia di cucinare altro, se non tranci e filetti. E non stiamo parlando di qualche spatola o sugherello, ma di decine di tonnellate sprecate. Anche i pescatori, infatti, sono condizionati da quello che chiede il mercato e allora, quando tirano le reti, conservano le specie che tutti chiedono e buttano via il resto.
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